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Esame audiometrico impedenzometrico

Esame audiometrico impedenzometrico

esame audiometrico impedenzometrico

Lo strumento utilizzato per eseguire l'esame audiometrico impedenzometrico si chiama appunto "impedenzometro" ed è provvisto di una cuffia molto particolare:

questa, infatti, è composta da un archetto che poggia sulla testa di chi la indossa; L'archetto sorregge da un lato la coppa di una normale cuffia insonorizzata, dall'altro presenta una sonda metallica di forma affusolata che, tramite un piccolo auricolare di gomma morbida, viene inserito nell'orecchio del paziente.

 

Mentre il lato della cuffia ha la possibilità di inviare solo dei suoni, la sonda è in grado di produrre suoni, esercitare una pressione positiva o negativa (soffia e risucchia debolmente l'aria) e registrare dei suoni di ritorno.

 

Vediamo come funziona:

 

Al paziente, comodamente seduto su una sedia, viene posizionato l'archetto sulla testa. Sistemata la cuffia sull'orecchio da un lato, si inserisce la sonda dall'altro.

Il paziente, a questo punto, comincia a sentire un suono grave (226 Hz) dal lato della sonda e subito dopo una lieve variazione di pressione nell'orecchio. La sensazione è simile, seppur più delicata, a quando si tappano le orecchie per l'altitudine.

 

E' cominciata la "Timpanometria". La pressione stà variando all'interno del condotto uditivo. Oltre ad emettere la frequenza grave di cui abbiamo parlato prima, la sonda si occupa anche di registrare quella componente di suono che viene riflessa dal timpano; quella parte di suono, cioè, che non riuscendo a far vibrare la membrana timpanica, vi rimbalza sopra, tornando indietro.

E' importante sottolineare che maggiore è la quantità di suono che passa attraverso il timpano minore è la quantità che ne viene riflessa, e vice versa. Affinché il passaggio di suono sia il più efficace possibile è necessario che la pressione esterna al timpano sia quanto più simile possibile a quella interna.

Ecco perché variamo la pressione nella parte esterna del condotto! Per vedere se la pressione interna al timpano è uguale, maggiore o minore a quella atmosferica! Nel momento in cui, variando la pressione esterna troveremo un valore simile a quella interna, il suono grave erogato passerà più facilmente all'interno.

 

La sonda, appena raggiunto l'equilibrio pressorio, rileverà una brusca riduzione del suono riflesso, producendo così un picco sul tracciato del nostro grafico, detto "Timpanogramma".

L'interpretazione del timpanogramma non è altrettanto semplice quanto per l'audiogramma dell'esame audiometrico tonale, o per la curva vocale dell'esame audiometrico vocale.

A grandi linee, possiamo dire che la pressione è rappresentata sulla linea orizzontale del grafico, con variazioni che oscillano in negativo ed in positivo intorno al valore di normalità, ovvero lo "0".

 

Il valore 0 indica che la pressione interna è perfettamente in equilibrio con la pressione atmosferica dell'ambiente circostante, si tratta di una condizione di salute.

In veriticale si trova la misura della "compliance" o "cedevolezza" in italiano. Si tratta di una misura che indica quanto facilmente il suono riesce a passare oltre il timpano. Si verifica una situazione di normalità quando il picco della compliance è presente, ben rappresentato e vicino al valore 0.

Qualsiasi alterazione a carico dell'orecchio medio  (tipo l' otite) altera l'equilibrio pressorio e quindi sposta, cancella o riduce il picco della compliance.

 

 

Dopo l'esecuzione della timpanometria, l'esame audiometrico impedenzometrico prosegue con lo Studio del Riflesso Stapediale.

 

Per comprendere questa seconda parte dell'indagine è necessario sapere che oltre il timpano vi sono i tre ossicini più piccoli del corpo umano. Sono famosissimi e sono, nell'ordine, "martello", " lincudine" e " staffa". Questi tre sono articolati tra loro e favoriscono il passaggio della vibrazione sonora raccolta dal timpano, sino alle parti più interne dell'orecchio.

 

Sulla Staffa è collegato un muscoletto, lo Stapedio, che reagisce contraendosi all'arrivo di suoni di particolare intesità. Con la sua contrazione provoca un irrigidimento di tutti e tre gli ossicini. Anche il timpano, di conseguenza, apparirà più rigido e quindi meno avvezzo a lasciar passare il suono.

La conseguenza dell'attivazione dello stapedio, a seguito del passaggio di un suono forte, è quindi quella di aumentare la quantità di suono riflessa dal timpano, riducendo invece la componente che riesce a passare oltre.

In altre parole si riduce la Compliance, la cedevolezza del sistema, per il tutto il tempo in cui il suono forte persiste.

 

L'attivazione di questo "riflesso stapediale" è legato ad una condizione di salute dell'orecchio medio. Taramite l'impedenzometro e la sua cuffia particolare possiamo osservarne la presenza e la qualità.

 

La sua assenza, invece, rivela un malfunzonamento che deve essere interpretato all'interno di un quadro audiologico più ampio.

 

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