Perché una valutazione audiologica completa fa la differenza
Le fasi di una valutazione audiologica

L’udito è come una musica sinfonica suonata da un’orchestra: quando accade che tutti gli strumenti suonano in sintonia, la musica è armoniosa, equilibrata, piacevole da ascoltare. Basta però che un solo strumento sia scordato, o che un musicista sbagli qualche nota, perché la melodia suoni confusa, sbilanciata, forse anche fastidiosa.
Lo stesso succede al nostro udito, che nasce dal lavoro congiunto di tante parti - orecchio esterno, medio ed interno insieme al cervello - che sono delicati meccanismi che lavorano all’unisono. Quando qualcosa non funziona come dovrebbe, ecco che il risultato è una situazione che porta a sentire in modo diverso, con distorsioni dei suoni e fatica e difficoltà a distinguere le parole.
Per riportare l’armonia, è necessario l’intervento di un esperto direttore d’orchestra, che sappia ascoltare ogni strumento, individuare le dissonanze e capire come ritrovare l’equilibrio.
Ed è proprio questo anche il ruolo di un audioprotesista esperto che sa eseguire una valutazione audiologica completa: una vera analisi orchestrale dell’udito, che permette di cogliere ogni sfumatura e ogni interazione, prima di scegliere la soluzione più adatta per rispondere alla necessità di ogni paziente.
la soluzione
Ecco perché seguire un protocollo strutturato è fondamentale in ogni fase di valutazione: è sempre necessario partire da una anamnesi accurata, in cui l’audioprotesista si mette in ascolto della persona, per conoscerne la storia e le abitudini, i luoghi nei quali vive e lavora, i momenti nei quali avverte maggiori difficoltà.
Segue poi la visita otoscopica, un esame non invasivo che permette di osservare con precisione l’interno dell’orecchio e verificare che non ci siano alterazioni oppure ostacoli, come tappi di cerume.
Si passa poi ai test audiometrici e alle prove di ascolto nel rumore, che aiutano a misurare la risposta dell’udito in situazioni reali della vita quotidiana, dal silenzio di una stanza vuota al brusio di una conversazione in un bar.
Infine, le misurazioni REM - ovvero, real ear measurements - rappresentano l’accordatura finale, consentendo di verificare direttamente nel condotto uditivo come un eventuale apparecchio acustico potrebbe amplificare i suoni, così da regolarlo con precisione sulle esigenze individuali.
Appare quindi chiaro come una valutazione completa rappresenti un momento di dialogo, in cui professionista e paziente si confrontano per capire insieme come la perdita di udito incida sulla vita quotidiana, sul lavoro, sui rapporto familiari e sulle relazioni sociali.
Ė solo partendo dalla comprensione di questo aspetto che si può comprendere come la soluzione più adatta sia costituita da un percorso su misura, che sia calibrato sulle necessità, sulle esigenze e sulle aspettative di una persona.
Al contrario, c’è un rischio molto alto che un apparecchio acustico che viene scelto senza una valutazione accurata non risponda alle reali esigenze di una persona e, quindi, non sia in grado di risolvere le sue reali difficoltà, compromettendo anche la fiducia nella possibilità di ottenere un risultato.
Il tempo dedicato alla valutazione rappresenta invece un investimento che serve per costruire un quadro clinico chiaro, individuare le soluzioni più efficaci e creare un rapporto di fiducia: come in una grande orchestra, è l’armonia che riesce a fare la differenza.
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