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Soggettività e oggettività nel percorso di valutazione uditiva

L'importanza di seguire un protocollo

Data: 27/05/2025
Soggettività e oggettività nel percorso di valutazione uditiva

Giocare una partita senza conoscere le regole del gioco: ecco com’è chiedere quanto ci senta ad una persona che ha un difetto uditivo. Ci sono modalità di controllo delle capacità uditiva delle persone che soffrono di ipoacusia che prevedono una partecipazione diretta del paziente nella valutazione dell’entità della sua perdita.
 

In questo processo, è fondamentale distinguere fra due aspetti; da una parte c’è la percezione soggettiva del paziente, che può indicare le proprie percezioni, e dall’altra le misure oggettive, che permettono di capire se ci sia o quale sia la perdita uditiva.
 

Nel caso in cui una persona soffra di ipoacusia, vive una condizione che la porta a perdere la capacità di comprendere quali siano i riferimenti che permettono di affermare di sentire bene: si tratta di opinioni che sono fortemente influenzate da anni e da un prolungato periodo in cui il cervello si è dovuto adattare.
 

Una perdita uditiva prolungata, infatti, modifica il modo in cui il cervello elabora i suoni e condiziona profondamente la percezione soggettiva.
 

Ecco perché è fondamentale affiancare, alla percezione del paziente, l’adozione di misure di controllo oggettivo che permettano ad un professionista esperto di valutare quale sia, effettivamente, lo stato di salute dell’udito.
 

Il protocollo Audire per la valutazione della capacità uditiva

Implementare un protocollo vuol dire creare una serie di procedure e di regole che consentono e permettono, attraverso l’uso di strumenti, di capire e comprendere quello che succede esattamente dentro il canale uditivo di un paziente, per fare in modo che la valutazione passi attraverso criteri oggettivi e non si basi su percezioni soggettive.
 

È chiaro che la percezione del paziente è un aspetto fondamentale, perché il percorso di cura si deve interfacciare con la soggettività di cui ogni singola persona è portatrice, ma è essenziale che sia un professionista a stabilire, in modo oggettivo, il punto di partenza e l’obiettivo da raggiungere.
 

L’uso di macchinari tecnologicamente avanzati e la capacità di applicare un protocollo preciso e puntuale permette di identificare quali siano le criticità e di suggerire il percorso di cura più adeguato, indicando quelli che sono gli effettivi bisogni del paziente.
 

Implementare queste modalità di lavoro consente di basarsi su misure e prove concrete oggettive; il loro scopo è quello di non rendere necessarie le risposte che il paziente offre in base al suo gradimento personale, ma di compensare tramite la tecnologia e la professionalità un cervello ed un sistema uditivo che sono tarati su una perdita uditiva che può durare da anni e che può aver influenzato le percezioni.
 

Se vuoi scoprire maggiori dettagli sul protocollo Audire e capire come può rappresentare la metodologia perfetta per rispondere alle tue esigenze, mettiti in contatto con noi per fissare un incontro con i nostri esperti.


 

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