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Ipoacusia nell'immaginario sociale

L’importanza del medico curante per l’ipoacustico

Data: 08/09/2021
Ipoacusia nell'immaginario sociale:

Il problema dell’ipoacusia, nonostante l’aumento degli studi al riguardo e delle campagne di sensibilizzazione tra la popolazione, è ancora molto sottovalutato.  I dati statistici rilevano che questa tematica riscuote il dovuto interesse solo nel 13% dei medici di base: solo questa piccola parte di essi, infatti, controlla regolarmente l’udito dei propri pazienti. Ricevere un parere positivo dal proprio medico riguardo alla ricerca di una soluzione al deficit uditivo aiuta i pazienti bisognosi a procedere con fermezza verso il superamento del problema

 

Quali sono le conseguenze dell’ipoacusia?

Circa il 10% della popolazione mondiale soffre di ipoacusia. Il tasso di incidenza, secondo le ultime stime, tra gli adulti con più di 60 anni si aggira fra il 60 – 66%, il che rende l’ipoacusia il deficit sensoriale più comune tra le persone anziane. Seppur legata prevalentemente al processo di invecchiamento, l’ipoacusia colpisce anche l’8,5% delle persone di età compresa tra i 20 e i 29 anni (dati del 2003- 2004).

La peggiore conseguenza dell’ipoacusia  è la difficoltà riscontrata nella comunicazione, ripercossa anche sulla qualità della vita. I soggetti affetti da ipoacusia che non prendono provvedimenti adeguati vanno incontro a problematiche inerenti alla sfera sociale ed emotiva: poiché il deficit è destinato a peggiorare progressivamente, gli adulti ipoacusici (tra i 18 e i 70 anni) hanno mostrato un crescente disagio psicosociale che si esprime in sintomi quali stress, disturbi psicosomatici, depressione e senso si solitudine.

 

Difficoltà ad accettare la perdita di udito e le soluzione

Nonostante la diffusione dell’ipoacusia e l’efficacia dimostrata dai rimedi oggi disponibili è purtroppo documentato che le persone a cui viene diagnosticato questo deficit sensoriale non prendono alcun provvedimento nel 75% dei casi, mentre quei pochi che decidono di intervenire impiegano, in media, dai 5 ai 7 anni per attivarsi.

Ci sono vari motivi per cui una persona cerca di evitare l’utilizzo degli apparecchi acustici: motivi estetici o scomodità di utilizzo, avversione all’idea di indossarli, paura di essere discriminati o limitati nelle proprie attività, influsso negativo del parere di altre persone, senso di vergogna e pregiudizi sul mal funzionamento degli apparecchi acustici. 

In genere quando si chiede a una persona affetta da ipoacusia, che non ha cercato rimedio al problema, quale fattore la spingerebbe ad agire entro breve tempo si ottengono queste due risposte: un consiglio del medico curante o dell’otorinolaringoiatra, oppure un peggioramento delle proprie facoltà uditive.

In contrasto coi luoghi comuni e la diffidenza generale, è dimostrato che chi decide di adottare gli apparecchi acustici, come rimedio alla propria situazione, nota concreti miglioramenti nella qualità della vita e nella salute generale, soprattutto dovuti all’attenuazione dei sintomi depressivi e a una ravvivata interattività sociale.

Esiste una forte correlazione tra il grado di soddisfazione del paziente, le ore di utilizzo quotidiano degli apparecchi acustici e le modalità di fitting (binaurale è molto meglio che monoaurale). Uno studio specifico dimostra che più è costante e duraturo l’uso degli apparecchi nel corso della giornata più è alto il livello di soddisfazione dell’utente mentre l’amplificazione binaurale è molto più efficace per la comprensione del parlato, soprattutto se in presenza di rumore di fondo.

 

Le cinque fasi di accettazione della perdita di udito

Quando l’ipoacusia viene diagnosticata succede spesso che in un paziente si inneschi un processo emotivo riassumibile in cinque fasi, naturalmente si tratta di un’evoluzione soggettiva che può essere di varia durata a seconda delle persone:

  1. Negazione “Io? Non ho nessun problema!”: è la prima reazione naturale, uno dei più frequenti meccanismi di difesa;

  2. Rabbia “Smettila di parlare male! Non sai fare altro che borbottare!” oppure “No, prima voglio sentire un altro parere”: la rabbia e il risentimento vengono quasi sempre dopo l’indebolimento delle pretese di negazione e si rivolgono contro le persone care o verso i professionisti del settore medico;

  3. Contrattazione “Non sono ancora così sordo, farò qualcosa quando peggiorerò ulteriormente”, “Prima o poi la medicina troverà una cura, aspetterò quel momento”: questa “contrattazione” si svolge con sé stessi e con gli altri. E’ un modo di sviare il problema o di rimandare la decisione su come affrontarlo.

  4. Depressione “Ho smesso di uscire con gli altri, mi vergogno a chiedere sempre di ripetere le parole”: poco alla volta il deficit acustico porta all’isolamento e all’insicurezza. Il rischio maggiore, in questa fase, è che il soggetto tenda a chiudersi in sé stesso, a staccarsi dalle persone care e rinunciare alla vita sociale.

  5. Accettazione “Devo risolvere il mio problema, come posso fare? A chi mi devo rivolgere?”: Poco alla volta e dietro suggerimenti adeguati, la persona ipoacusica accetterà la situazione e si mobiliterà per trovare una soluzione.

 

Aiutare i pazienti ad approcciarsi nella maniera giusta.

La sfida quotidiana per i medici è quella di aiutare i pazienti a comprendere il proprio stato di salute e gestire le scelte giuste necessarie a migliorarlo. La maggior disponibilità da parte del paziente, a intraprendere scelte riguardo alla salute e ad assecondare le decisioni del medico, la si ottiene quando la persona si sente coinvolta e vede le proprie esigenze prese in considerazione.

 

Il processo di cambiamento per un ipoacustico

Così come per il processo di accettazione dell’ipoacusia è possibile riassumere in cinque fasi il processo di “cambiamento” in modo da poter individuare in quale fase si trovi il paziente allo scopo di riconoscere quali sono le barriere da abbattere e quale sia il grado di apertura verso il recupero dell’udito.

  1. Fase di pre- considerazione: “Non credo di avere alcun deficit uditivo”;

  2. Fase di considerazione: “Sono un po’ basso di udito ma me la cavo ancora bene”;

  3. Fase di preparazione: “Mi sono rivolto ad un audioprotesista per fare un test dell’udito e chiarire la mia situazione”;

  4. Fase di azione: “Mi sono reso conto che i miei problemi di udito avevano ripercussioni su di me e sulla mia famiglia, quindi ho deciso di provare a utilizzare un apparecchio acustico”.

  5. Fase di mantenimento: “Sono contento di aver iniziato ad usare un apparecchio acustico. Ci vorrà un po’ di tempo per abituarsi ma la situazione è già migliorata”.

La fase di pre-considerazione vede un paziente in atteggiamento di negazione: non è il momento adatto per introdurre cambiamenti, le reazioni non sarebbero positive. La fase di considerazione è quella in cui avvengono le svolte, il paziente si rende conto di essere in difficoltà e quindi può essere guidato a prendere la decisione di attivarsi per cercare una soluzione. La fase dell’azione è l’obiettivo finale di un medico: prima arriva questa fase più facile sarà recuperare il tempo perso.

 

la soluzione

Le motivazioni al cambiamento

La maggior difficoltà di un medico nell’indurre il paziente ad accettare una qualunque cura, sia essa una dieta, un trattamento farmacologico o una serie di visite mediche specialistiche, è quella di rendere quest’ultimo motivato verso il trattamento e l’applicazione della cura stessa. Dagli studi condotti in tal senso emerge che un approccio che integra una consulenza empatica con strategie comportamentali stabilite è molto efficace nell’aiutare gli utenti a prendere atto della necessità di risolvere la propria situazione. Il paziente, perché la missione del medico abbia successo, deve sentirsi in grado di decidere se, come e quando dare inizio al cambiamento.

 Esistono cinque modalità, in genere, con cui una persona esprime la disponibilità a cambiare:

  • desiderio: dichiarazioni che esprimono la volontà di cambiare in meglio una situazione, “Vorrei sentire meglio quando le persone mi parlano”;

  • capacità: dichiarazione di essere in grado di porre rimedio al problema, “Posso riuscire a indossare un apparecchio acustico”;

  • motivi: presenza di motivazione nel volere il cambiamento, “Quando ci sentirò meglio potrò divertirmi di più alle feste!”;

  • necessità: sentimento di dovere verso qualcun altro o verso se stessi, “Devo migliorare per non pesare sulla mia famiglia”;

  • impegno: pianificazione delle mosse per risolvere il problema, “Prenderò appuntamento con un audioprotesita”.

Una volta che il paziente ha deciso di migliorare la sua situazione entra in gioco il parere fondamentale dei medici: essi avranno il ruolo di corroborare i suoi sentimenti, chiarire la strada da percorre e incoraggiarlo nel procedere con le indagini. Ci sono tre modi efficaci per instillare la motivazione in un paziente:

 

DOMANDARE: 

  • Dagli esami clinici emerge che hai problemi di udito, un apparecchio acustico ti sarebbe molto utile, cosa pensi al riguardo?

  • Quanto è importante per te sentire meglio?

  • Fino a che punto l’ipoacusia condiziona la qualità della tua vita?

 

INFORMARE: 

  • Alcune persone hanno delle abitudini nel parlare che rendono difficile la comunicazione ma il fatto che la tua difficoltà nel comprendere i discorsi sia così importante è un chiaro sintomo di ipoacusia.           

  • Lo stress e la frustrazione che provi non sono parte del tuo carattere né son dovute alle persone che ti circondano.

  • L’avere difficoltà nel comunicare o nel percepire i suoni dell’ambiente in cui viviamo ci porta ad uno stato emotivo di continua allerta e di costante irritabilità.

  • Lascia che ti fornisca informazioni su cosa siano in grado di fare gli apparecchi odierni e in che modo potrebbero ripristinarti delle condizioni di vita confortevoli.

  • Prendi esempio dall’esperienza di alcuni miei pazienti che hanno deciso di risolvere i propri problemi di udito.

 

ASCOLTARE:

  • le persone a te vicine sostengono che tu abbia problemi di udito, cose ne pensi?

  • Saresti curioso di saperne di più?

  • Prenderesti in considerazione l’utilizzo degli apparecchi acustici se questo ti permettesse di goderti una serata al ristorante o di ritrovare le condizioni per una piacevole conversazione tra amici?

 

Quali sono gli indicatori di motivazione dimostrati dal paziente?

Come si fa a capire che il paziente è pronto ad iniziare un percorso di cambiamento delle proprie condizioni uditive? Le prove raccolte suggeriscono alcuni indizi, forniti dai pazienti stessi, che potrebbero permetterci di capire che i tempi sono maturi per procedere con la fornitura di apparecchi acustici:

  • Il paziente è affetto da ipoacusia medio/grave e si sente limitato nelle proprie funzioni quotidiane e nella vita sociale;

  • Qualifica il problema come derivante dal proprio udito e non dalle abitudini comunicative altrui;

  • Guarda all’utilizzo di apparecchi acustici come fonte di beneficio e non di difficoltà;

  • Percepisce il sostegno delle persone vicine nell’iniziare un percorso di riabilitazione all’udito.

 

Il Ruolo dei medici

I medici hanno una parte importante nel fornire guida e motivazione ai pazienti ipoacusici. E’ molto importante accompagnare il paziente nel percorso di presa di coscienza del problema ed apertura alle soluzioni, stimolandolo ed incoraggiandolo con domande specifiche e d informazioni mirate. 

Nonostante l’alto livello di consapevolezza dei medici sull’impatto dell’ipoacusia e dei benefici ottenibili con gli apparecchi acustici solo una minima parte dei pazienti ipoacusici si attiva per risolvere il proprio problema e quei pochi che lo fanno impiegano dai 5 ai 7 anni prima di muoversi.

Il rapporto medico- paziente è la base fondamentale per far nascere nell’ultimo la consapevolezza e la motivazione necessarie a risolvere il problema dell’ipoacusia. La presa di coscienza sulle conseguenze negative derivanti da un’ipoacusia trascurata (depressione, isolamento, declino cognitivo precoce) e sui benefici generati dalla riabilitazione del proprio udito sono fattori imprescindibili per accorciare i tempi di attivazione del paziente e soluzione del problema di udito.

DOC: Resistenze più comuni dei pazienti verso gli apparecchi acustici

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