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Sordità nell’anziano

Psicologia dell’anziano divenuto sordo

Data: 22/07/2021
Sordità nell’anziano

L’invecchiamento è un processo nel quale soggetto e ambiente si influenzano reciprocamente fin dalla nascita. L’organizzazione sociale e le varie culture attribuiscono ruoli e concetti diversi agli anziani. La nostra società tende a rifiutare ciò che non è bello fisicamente e di conseguenza tende a rifiutare la vecchiaia. Lo stesso anziano non vuole essere considerato tale, in quanto la stessa parola gli evoca sentimenti si malinconia, depressione, decadimento psico-fisico e dipendenza


Aspetti attribuibili più alla condizione sociale che all’età anagrafica. Per molti soggetti anziani lo stress maggiore è costituito dalla perdita di sicurezza economica, dalla mancanza di un ruolo che li stimoli, dalla paura dell’isolamento e dalla perdita degli affetti. Questo spiega che molti disturbi della personalità si riconducono al bisogno di sentirsi amati, ascoltati e di poter avere uno scopo sociale che  possa far sentire utili.

 

I timori dell’anziano diventato sordo

L’atteggiamento più comune che si riscontra nell’anziano è il timore che un cambiamento, un evento nuovo e ignoto possa rappresentare un rischio e non una nuova esperienza.  Non tutti affrontano l’invecchiamento nello stesso modo e non esistono “stadi evolutivi” di riferimento. Si è comunque molto più fragili e vulnerabili alle malattie, alcune capacità si riducono o rallentano, come la manualità fine e la capacità di apprendimento. La sordità è una delle problematiche più comuni che affliggono gli anziani. Un adulto su tre con più di 60 anni e il 50 % sopra gli 85 anni riporta sordità. I problemi di udito possono rendere difficile capire e seguire le istruzioni del medico, rispondere ai segnali di allarme, sentire il campanello della porta, il citofono, il telefono. Possono inoltre rendere difficile conversare tranquillamente e piacevolmente con familiari e amici. Tutto ciò può essere frustrante, imbarazzante e a volte pericoloso.

 

 L’uso degli apparecchi acustici per rallentare il decadimento nell’anziano

In alcuni casi si ritrova una nuova voglia di godere del proprio tempo libero, si coltivano interessi nuovi, si ritrova nuova energia e creatività. Proprio questo bisogno di sentirsi ancora attivi  e socialmente partecipi invoglia sempre più anziani con problemi uditivi ad avvicinarsi all’uso di apparecchi acustici. Un motivo importante che convince gli anziani a chiedere aiuto all’audioprotesista è anche il comportamento di chi “ sente bene” nei confronti di chi ha problemi uditivi. Spesso infatti si associa, anche involontariamente, il calo uditivo con il calo intellettivo. La considerazione che la difficoltà di comunicazione del soggetto sordo sia attribuibile ad una scarsa capacità di intelligenza rende più deprimente la situazione di chi ha una sordità, sentendosi deriso ed escluso tende ad allontanarsi sempre di più dalle relazioni sociali, isolandosi dal mondo esterno e peggiorando i problemi interrelazionali. L’atteggiamento più importante per risolvere i problemi che la sordità implica è proprio l’accettazione del problema. 


Proprio a questo punto si inserisce il ruolo dell’audioprotesista, che unendo le sue competenze a quelle degli altri operatori sanitari, individua e propone soluzione riabilitative, facendo sì che il soggetto con difficoltà uditive accetti di essere aiutato utilizzando un apparecchio acustico. Il tecnico audioprotesista (link a audilan) oltre a conoscere tecniche che spaziano dai principi di funzionamento degli apparecchi acustici, alle tecniche audiometriche e protesiche, alla fisio-patologia dell’apparato uditivo, fino alla conoscenza dei software applicativi, deve saper entrare in relazione empatica con i propri utenti. In quest’ottica, diventano  importanti la conoscenza dei fondamenti della psicologia e le regole fondamentali della comunicazione. Solo così l’audioprotesista può comprendere i bisogni e le esigenze del paziente da protesizzare che assume un ruolo attivo e può partecipare alle decisioni che lo riguardano.

L’audioprotesista aggiungerà valore alla qualità della vita del debole di udito solo se sarà in grado di compiere una buona valutazione psicologica prima di procedere all’applicazione dell’apparecchio acustico. Un buon professionista deve saper rispettare i tempi necessari all’anziano di maturare la consapevolezza della propria sordità, di superare la fase di combattimento contro la rassegnazione e che sia pronto a ricercare una soluzione che possa risolvere il suo problema. Raggiunta questa maturazione è pronto a chiedere aiuto ad un professionista che possa aiutarlo. Solo dopo questo processo mentale da parte del paziente è possibile introdurre il discorso degli apparecchi acustici, prima si otterrebbe una negazione e ulteriore rifiuto del problema. Una volta che l’anziano entra in un nostro centro acustico, i nostri audioprotesisti cercano di instaurare con lui un rapporto, per arrivare infine ad una soluzione personalizzata che ha come fine oltre ad una protesizzazione ottimale anche l’accettazione dell’apparecchio acustico da parte dell’utente.

 

La sordità dell’anziano: un piccolo test per l’udito

Ho problemi di udito? Risponda da solo alle seguenti domande. Se risponderà “si” a 3 o più di queste domande potrebbe avere problemi di udito ed essere necessaria una visita specialistica per valutarlo.

  • Ho problemi a sentire al telefono?

  • Ho problemi a sentire se c’è del rumore di sottofondo?

  • E’ difficile per me capire quando più persone parlano contemporaneamente?

  • Mi sforzo a capire una conversazione?

  • Mi sembra che molte persone non parlino chiaramente? 

  • Fraintendo quello che le persone stanno dicendo o rispondo in modo inappropriato? 

  • Chiedo spesso alle persone di ripetere? 

  • Ho problemi a capire la voce di donna o dei bambini?

  • Le persone si lamentano perchè tengo il volume della TV troppo alto?

  • Sento molti sibili, campanellini?

  • Alcuni suoni mi sembrano troppo forti?

 

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